Diabete, esercizio fisico

Il diabete è una delle malattie metaboliche più diffuse al mondo (circa 425 milioni di persone), caratterizzato da iperglicemia cronica. Esso si differenzia in diabete di tipo 1 causata dalla distruzione su base autoimmunitaria delle cellule beta del pancreas che producono l’insulina.

Il diabete mellito di tipo 2 (detto anche diabete dell’adulto, 90% dei casi di diabete) è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina. E’ detto di tipo 2 per differenziarlo dal tipo 1 (detto anche diabete giovanile, 10% dei casi), in quanto si tratta di due patologie distinte, per cause, età di insorgenza, sintomatologia di esordio, terapia e possibilità di prevenzione. In questo caso si tratta di una malattia indotta da diverse cause, come stile di vita sedentario, alimentazione eccessivamente ricca di zuccheri e carboidrati.

Esistono prove scientifiche considerevoli a sostegno dell’inclusione dell’esercizio fisico regolare come strategia terapeutica aggiuntiva nelle persone con diabete mellito di tipo 1.

Durante l’attività fisica nel soggetto sano si assiste a un aumento delle concentrazioni di glucagone, cortisolo e catecolamine che mobilizzano il glicogeno epatico facendo aumentare il livello plasmatico di glucosio che è il principale substrato per il rifornimento energetico del muscolo in attività.
Nonostante le concentrazioni plasmatiche di glucosio aumentino durante l’esercizio fisico, la secrezione di insulina diminuisce. Questa risposta è contraria rispetto a quella che si potrebbe prevedere, perché di norma un aumento del glucosio plasmatico stimola il rilascio dell’insulina. Durante l’attività fisica, invece, la secrezione dell’insulina è soppressa.

Tuttavia, l’attività contrattile delle fibre stimola l’incorporazione insulino-indipendente di trasportatori GLUT-4 nella membrana cellulare, aumentando la capacità di captazione del glucosio in proporzione all’attività contrattile. Un minor livello di insulina indica che cellule diverse dalle muscolari riducono la loro assunzione di glucosio, a vantaggio delle fibre muscolari.

Nel diabete mellito di tipo 1 il soggetto deve sopperire alla mancanza dei meccanismi neuroendocrini che portano all’aggiustamento dell’insulinemia modificando in maniera adeguata la terapia insulinica e nutrizionale.
Inoltre l’attività fisica e l’allenamento possono aiutare le persone con diabete mellito di tipo 1 a raggiungere diversi obiettivi legati allo stato di salute e ridurre i fattori di rischio collegati: migliorare il profilo di rischio cardiometabolico, la composizione corporea, il fitness cardiorespiratorio, le funzioni endoteliali e una riduzione dell’emoglobina glicata, il benessere mentale, la Qol correlata alla salute e l’incremento dell’aspettativa di vita.

Infatti, durante l’esercizio fisico, il livello di insulina nel sangue non è controllato da meccanismi fisiologici, ma dipende principalmente dal livello di insulinizzazione pregressa.
Le risposte glicemiche all’attività fisica nel diabete di tipo 1 sono particolarmente variabili, in quanto sono influenzate dalla durata, dalla tipologia e dall’intensità dell’attività motoria svolta. Infatti, innescano variazioni dell’assetto ormonale capaci di indurre sia ipoglicemie che iperglicemie. Inoltre, il grado di insulinizzazione durante l’attività fisica, lo stato di nutrizione del paziente, la glicemia di partenza, la presenza di disfunzioni vegetative, i fattori ambientali e psicologici come ansia da prestazione e agonismo, grado di allenamento del paziente, sono variabili che condizionano l’andamento glicemico durante l’attività fisica conseguenti al fisiologico adattamento metabolico e ormonale, a fattori psicologici e alla tipologia e durata dell’esercizio fisico praticato.

Un recente studio ha valutato le variazioni glicemiche che si realizzano durante e dopo lo svolgimento di due protocolli di attività fisica combinata (aerobica seguita da resistenza: A-R, e resistenza seguita da aerobica: R-A.
In particolare, durante l’attività aerobica le concentrazioni di glucosio nel sangue diminuiscono nella maggior parte dei soggetti con diabete mellito di tipo 1, a meno che non assumono carboidrati: l’esercizio aerobico potenzia l’azione dell’insulina in quanto il flusso sanguigno aumenta notevolmente, di conseguenza vi è un sostanziale ritardo nell’utilizzo della lipolisi.

L’esercizio contro resistenza e l’esercizio anaerobico sono associati a una produzione di glucosio nel torrente ematico che non viene riassorbito efficacemente al termine dell’esercizio causando un effetto iperglicemizzante.
In sessioni di allenamento ad alta intensità come, per esempio, l’HIIT così come l’esercizio contro resistenza eseguito prima dell’esercizio aerobico, vi è una tendenza all’incremento della glicemia probabilmente a causa dell’aumentata concentrazione di ormoni contro regolatori che attenuano i meccanismi di deplezione del glicogeno. Attività molto intense possono fornire una migliore stabilità del glucosio o un aumento della glicemia, se l’intensità relativa è elevata e viene eseguita per una breve durata come, per esempio, ripetute, sollevamento pesi o alcuni allenamenti di HIIT con intervalli ad intensità massimale.

Tuttavia, affinchè si possa praticare l’attività fisica in modo corretto e sicuro, il paziente diabetico deve essere in grado di “mimare” e “sostituire” la fisiologia funzione del pancreas, autogestione di insulina, attraverso l’autocontrollo glicemico, e l’apporto di carboidrati. Infatti, solamente tramite il continuo esercizio di educazione terapeutica lo sportivo diabetico di tipo 1 può ottenere vantaggi sul compenso metabolico, anche in misura maggiore rispetto a quelli ottenuti dallo sforzo fisico stesso.

Quanto detto può favorire l’obiettivo primario del soggetto con diabete mellito durante l’attività fisica che è quello di mantenere l’insulinemia a livelli ideali, evitando gli effetti della ipo e della iperinsulinizzazione e di mantenere l’euglicemia per salvaguardare il metabolismo energetico di cervello, cuore e muscoli.

Osteoporosi

L’osteoporosi è la malattia che colpisce lo scheletro umano e si caratterizza per una massa ossea ridotta e per un deterioramento del tessuto osseo che rende le ossa sempre più fragili e predispone il paziente alla fratture patologiche della colonna vertebrale.

L’osteopenia è una patologia che colpisce le ossa del corpo ed è dovuta ad una scorretta sintesi della matrice osteoide. Nel paziente colpito dalla patologia si evidenzia una densità minerale al di sotto dei valori normali ma non si può ancora parlare di osteoporosi perché non sono presenti delle fratture.

Protocolli:

  • Esericizi di forza per 2 giorni a settimana (for legs, chest, shoulder, back for body weights for 8-12 reps)
  • Esercizi di equilibrio ogni giorno
  • Correzioni posture ogni giorno
  • Attività aerobica 150 minuti a settimana 10 minuti or more, moderate to vigorous intensity